Persino nel gioco come nella
socializzazione il bambino affronta delle frasi che o aiutano nella crescita e
nella relazione con gli altri. Bisogna capire che ogni bambino è a sé e che i tempi
della socializzazione sono differenti. Il genitore gioca un ruolo importante perché
può stimolare il piccolo in tantissimi modi. SI deve prendere consapevolezza
del fatto che i grandi sono un esempio oltre che un punto di riferimento. Prima
cosa giocare con lui sarebbe già un ottimo passo, anche solo per capire che l’altro
va rispettato e esistono delle regole.
Il bambino impara moltissimo giocando già
dal primo anno di vita, con il proprio corpo o con il corpo della mamma, poi
hanno inizio i giochi di esplorazione. Il
bambino osserva, lancia, ruota, smonta e rimontare gli oggetti, e gioca da
solo. Questo perché sta imparando a comprendere quello che lo circonda.
Ci sono i bambini che con il passare del
tempo anche fino a grandi continuano a preferire i giochi solitari, può esserci
chi matura prima la spinta verso l’altro e chi, più timido e riservato,
incontra maggiori difficoltà, senza dimenticare che sono tantissimo i fattori
che influiscono sulla sua capacità di interagire con i propri coetanei.
Il genitore e il suo stesso modo di interagire con gli altri diventa un esempio, ad esempio, una iperprotettiva può frenare l’istinto di staccarsi da lei e stare con gli altri, oppure se il bambino non vede che i genitori invitano amici a casa oppure non stanno mai in compagnia con altri si mostrano restii a condividere le proprie cose. Il piccolo sarà sicuramente influenzato nel rapportarsi con gli altri, questo significa che il bambino inevitabilmente interiorizza il modello che lo porterà ad essere introverso o estroverso, incidendo inevitabilmente sulla sua capacità di relazionarsi.
Se un bambino è timido o gioca un po’ per
i fatti suoi non è poi così grave come si pensa, al contrario alle volte stare
in gruppo può anche risultare impegnativo per un bambino soprattutto quando è
piccolo. Bisogna dare tempo al bambino senza pressarlo o rimproverarlo per
questo, sarà lui al momento giusto ad aprirsi e scoprire il piacere di stare
con gli altri. Il genitore in questo caso può fare tanto senza pressare o
trasmettere ansia al bambino. Per spronare il bambino la cosa migliore sarebbe
fargli fare sport sia di squadra che individuale, in modo che cominci una prima
vera interazione sociale in un luogo positivo.
Gli insegnanti anche in questo
senso possono davvero fare tantissimo, per spronare i bambini a socializzare
fra di loro e far sbloccare anche i più timidi. Ad esempio proporre attività da
fare insieme, anche semplicemente una chiaccherata con il piccolo potrebbe
essere un modo per stimolarlo.
Un'altra ottima cosa da fare è parlare
con il bambino e insieme capire il perché c’è questa paura di relazionarsi o
giocare con gli altri. Magri si può comprendere che ci sono state delle
esperienze negative, come un rifiuto da parte del compagno o del gruppo, e
insieme trovare una spiegazione o una soluzione. E’fondamentale non
rimproverare il bambino piuttosto incoraggiarlo è la mossa ideale.
Poi vi sono dei veri e propri disturbi
che toccano la sfera sociali come la sindrome di Asperger e l’autismo che richiedono altri tipi di interventi
per poter essere gestiti.
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